Sotto la superficie di quella che,
comunemente, viene definita “scienza”, scorrono ed operano diverse forze.
C’è un surriscaldamento causato dal lavorio
di “tutti i neuroni del mondo”, quindi esistono correnti magmatiche e fluide.
Questo “furore bruciante”, di fatto, viene prodotto anche da una sorta di
fiamma che non brucia, uno stomaco con vaga eco alchemica e spagyrica.
E’, ovviamente, lo stomaco della scienza,
che smonta gli eventi e li rende assimilabili e digeribili, li trasforma. Cè poi
la peristalsi, che segue
la digestione di cui sopra. I miei sono
solo esempi rozzi, metafore banali, dettate anche dalla fretta…
E’ però tutto bello, questo, è meraviglioso
insomma, da “OhWow!” all’americana.
Ci sono però dinamiche e forze che nulla
hanno a che vedere con questa meraviglia; sono forze di tipo “sociale”.
Di queste, quella perniciosa è identificabile nella forza del “rispetto
reciproco”. Questa forza non sottende (come si potrebbe pensare) due punti
della superficie che siano in fase di sviluppo, oggetto di dibattito, ma due punti già consolidati, accettati.
La forza sociale del “rispetto reciproco” fa
sì che, per una realtà dimostrata scientificamente (con tanto di pubblicazioni e
bla bla bla) un esponente di questo mondo non prenda audaci decisioni dettate
dalla propria esperienza,intuito, intelligenza, osservazione, in quanto in contrasto con l’ordine costituito, col triplo effetto del rispetto delle idee altrui e del proprio deretano (non si
rischia), a discapito del prossimo e della verità (terzo effetto).
Siccome, purtroppamente, non sono troppo
ignorante (un poco, ma non troppo) e neppure troppo insipiente (un poco, ma non
troppo), ergo, questi signori, per quanto mi riguarda, se ne potrebbero anche andare
a*******o.
Cioè, comprendo le conseguenze delle forse
sociali, ma comunque se ne potrebbero anche andare a*******o. Non mi avrete mai... Ecco…
P.S.: l’immagine non c’entra nulla, ma è
bella.
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