[fonte]
Perdix
Lo
sconvenevole frullio
della
pernice in volo
un flato
richiama,
tanto
ch’ella preferisce
un pudico e
presto
sciolto
zampettare,
a compatir
di Perdix
la
vertigine in caduta,
dall’Acropoli
gettato.
*
La Dea
benevolmente
in pernice il
ragazzo
mutò prìma dello
schianto;
fatta la
ruota del vasaio,
il cesello,
la sega, osservando
la lisca di
pesce ed il compasso,
nello zio
architetto
accese cieco
l’astio.
*
L’orrore
uguale
fu iscritto
nel nume,
la nemesi
Dedalo attese.
Ressero da
Creta in volo,
uccelli
artigiani,
alla giusta
distanza
dall’astro
e dal mare,
ma
improvvido Icaro
levò verso
il sole:
la cera s’ammolla,
si spiumano
braccia,
frusciano sibili
gli
scheletri d’ali,
fischiano
invano
i gesti le
stecche,
smaniano il
suolo i piedi,
che l’aria tagliano
ancora,
si tronca
il respiro,
si spappola
il cuore,
precipita
il giovane,
si scioglie
nel mito e nel sale.
4 commenti:
Accade anche talvolta—caro amico—che il cadere sia lungo, senza ci sia conforto, adagio adagio: le ali che pian piano rattrappiscono e il sole freddo che non scalda mai
E' tragicamente vero... Ciao!
O signor Carlo: regalaci un qualcosa, ch'è patana
Mi spremo: giurin-giuretta!
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