lunedì 30 gennaio 2017

A Milo De Angelis


[leggi]


Scese Leonard Cohen                  
la genìa dei vaganti,                    
che in sandali e vele
coprì le estensioni;
oggi saettano gli avi,
in ispirito e segni
di luce, sulle fosse
oceaniche alti,
i recessi oscuri
e vaghi sorvolano.

***
Quando invitò l’amata,
a porgere in Oslo
la mano nell’aria
(s’avviava il tramonto.
l’Atlantico frammesso:
fondi, monti inabissati,
terremoti, parossismi
d’incogniti vulcani),
lui salda la impugnò
e la resse, pur lontani.

***

La presa, l’uno in corpo
e l’altra già composta
del sospiro, s’onorò
e d’allentare la stretta
egli forse vagliò mai:
e la seguì filtrando,
piano, mese a mese,
a traverso le maglie,
barriere fra i regni
ad arte mescidati,
eppure insolubili.

domenica 29 gennaio 2017

Percorsi PerVersi



Domani, 30/01/2017, alle ore 21:30, sarò ospite (con Wunderkammer, naturalmente) della trasmissione Percorsi PerVersi, in onda sui 107,6 di Radio Popolare (qui tutte le frequenze, ma potete ascoltare direttamente dal sito).
Al medesimo link verrà caricato il podcast, per chi non potesse seguire la diretta.
Ringrazio la preziosa Radio Pop, Paolo Massari e Claudio Agostoni.

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martedì 17 gennaio 2017

Al fiume




Tondo lo scricciolo
caracolla lungo
i salici, gli olmi,
al fiume, che spogli  
protendono scuri,
adunchi, i ramacci
sull’acqua stordita,
grulla, d’inverno
la doma corrente
rivela il germano
reale, che imbocca
il flusso all’opposto:
a capo chino risale.

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martedì 10 gennaio 2017

Jazz nel pomeriggio



Qui un mio divertissement, in terzine dantesche (un tentativo non certo ortodosso), ospite di Jazz nel pomeriggio, di Marco Bertoli, che ringrazio.

Ciao Marco.

martedì 3 gennaio 2017

Portavoci



[fonte]

C’invocano dall’Ade,
colle mani congiunte
e facendo portavoce;
il tuonare li soverchia,
del rivo tristo fragore,
il rombare della foce.

Tu affermi di udire
cori tetri parimenti
al pianto dei gattini,
ascende pei condotti
allo scarico in cucina;
nel cesto a pigolare
accostato al lavello,
relegati in cantina.

Io pago alla mammana,
inorpellata ed eccessiva,
i rari incensi e le visioni;
esalare ode i sussurrii
dal nulla che l’attornia,
maga estatica sviolina 
d’estinti ammonizioni.

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